Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Andiamo a vedere le stelle: questo è il motto con cui gli appassionati di astronomia si cercano e si radunano per ammirare uno spettacolo gratuito che si ripete da sempre ogni notte. Nei paesi occidentali, non basta più uscire di casa, sedersi in un prato e alzare gli occhi al cielo: un fenomeno subdolo e sgradevole si è diffuso insieme alla civiltà industriale, che sta cancellando la volta celeste: l’inquinamento luminoso, figlia del progresso industriale e della civiltà dello spreco rende invisibili le stelle al punto che oggi 3 europei su 4 non possono osservare la Via Lattea da casa. Le migliaia di stelle visibili ad occhio nudo scompaiono e, nei cieli cittadini, si riducono a sparuti esemplari: chi abbia voglia di dedicarsi all’astronomia amatoriale con strumenti propri deve limitarsi al Sistema Solare. Invece chiunque osservi ad occhio nudo da un sito incontaminato, oppure mediamente inquinato (come nelle nostre Prealpi), rimane stupefatto dalla maestosità della volta celeste: improvvisamente si aumenta di 1÷2 ordini di grandezza il numero di oggetti visibili, perchè ci si allontana dalle fonti luminose parassite. Per questo motivo gli astronomi installano i loro osservatori in siti remoti, e gli astrofili spesso devono spostare i loro strumenti in aree idonee. In genere, aumentando la quota del punto di osservazione la situazione migliora: occorre però fare attenzione alle luci provenienti da lontane città perchè l’orizzonte visibile aumenta (130 km per l’Osservatorio di Sormano). Una foto del cielo notturno a lunga esposizione evidenzia questo fenomeno e, per esempio, le luci di Milano, sono chiaramente osservabili dalle vette alpine fino a quasi 200 km di distanza.

In pratica l’inquinamento luminoso consiste nella dispersione di luce artificiale al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolar modo, se orientata verso l’alto: ciò è dovuto principalmente a norme illuminotecniche obsolete e alla scarsa attenzione al problema da parte della popolazione e dei legislatori. Oggi la situazione a livello normativo va migliorando con l’introduzione di parametri restrittivi in merito al flusso luminoso diretto verso l’alto (la regione Lombardia fu la prima a livello europeo a dotarsi di leggi appropriate fin dal 2000), a considerazioni connesse con il risparmio energetico e all’adozione di nuovi sistemi di illuminazioni (lampade, schermi, temporizzatori,...); si riscontra però un’evidente ritardo nell’applicazione di queste norme e sistemi in quanto non è economicamente semplice modificare gli impianti pubblici esistenti. Di conseguenza sarebbe auspicabile una sensibilità maggiore nell’opinione pubblica, che invece sembra ignorare questo problema; quest’ultimo aspetto è in palese contraddizione con le numerose (e a volte demagogiche) crociate ambientaliste degli ultimi anni, nonostante che gli argomenti non manchino per dichiarare guerra all’eccessiva illuminazione! Eccone alcuni:

  1. Nel 1992 l’Unesco dichiara il cielo notturno patrimonio dell’umanità e in quanto tale andrebbe preservato
  2. Ogni forma di irraggiamento verso l’alto è sinonimo di spreco e di cattiva gestione dell’illuminazione pubblica e privata
  3. Il 62% della popolazione mondiale vive sotto un cielo notturno disturbato: nei paesi occidentali questa percentuale diventa maggiore del 95% e la tendenza va verso l’aumento di queste percentuali
  4. L’inquinamento luminoso ha conseguenze ecologiche per la flora e la fauna a causa dell’alterazione dei cicli circadiani
  5. l'Italia spende il doppio degli altri paesi europei per l'illuminazione
  6. l'Italia produce il 70% della sua energia elettrica con il termoelettrico (carbone e gas) producendo gas serra
  7. Il contributo dell’illuminazione alla spesa pubblica Italiana è pari a circa 3 miliardi di Euro all’anno: con le moderne tecnologie e con un’oculata pianificazione se ne potrebbe risparmiare circa il 15÷20%
  8. L’impatto ambientale in Italia, si traduce in circa 25 milioni di tonnellate annue di CO2 rilasciate nell’atmosfera solo per illuminare il cielo notturno (200 m3 pro capite).

Recentemente, nell’ottica della spending review lanciata dal nostro governo, è stata bocciata dalla Commissione Ambiente una proposta di ridurre l'illuminazione pubblica adducendo questioni di ridotta sicurezza. Senza entrare in disquisizioni di carattere sociale / politico, si ricorda il punto 5 della lista precedente, considerando come la criminalità in altre nazioni europee non sia differente da quella nazionale.

Chiunque abbia a cuore il mantenimento del cielo stellato dovrebbe diventarne un paladino a sua difesa e portare queste argomentazioni: molte informazioni sono disponibili in rete (per esempio www.cielobuio.org oppure http://inquinamentoluminoso.uai.it/) e presso i gruppi astrofili dislocati in tutte le regioni italiane.

Le immagini allegate si commentano da sole: la cosa buffa è che spesso esse vengono mostrate con orgoglio quali simbolo di progresso: in realtà stiamo osservando un feroce, deliberato ed inutile attacco verso l’ambiente che, tra l’altro, impedisce la contemplazione e lo studio della volta celeste alla maggioranza della popolazione. É evidente che il problema è di carattere nazionale: a parte il sud e le isole, le immagini riprese dagli astronauti della Stazione Spaziale mostrano una concentrazione di luci pressochè uniforme e comparabile solo al Benelux o altre aree cittadine (Parigi, Inghilterra del Sud, Mosca, Rurh tedesca,..). I sistemi per ridurre l’impatto dell’inquinamento luminoso esistono e si devono adottare:

  1. Utilizzo di lampade ad alta efficienza.
  2. Orientamento verso il basso dei lampioni.
  3. Spegnimento temporizzato di monumenti e cartelli pubblicitari.
  4. Divieto di utilizzo di fari diretti verso l’alto.
  5. Riduzione dei corpi illuminanti nelle strade periferiche.
  6. Spegnimento di tutte le luci non necessarie.....

..infine se proprio ci piace sprecare, sarebbe auspicabile una politica energetica nazionale volta allo sviluppo di fonti energetiche a basso tenore di carbonio e quindi prive di gas serra (rinnovabili e nucleare).

Insomma, la prossima volta che vi capita di osservare un panorama notturno cittadino, provate a pensare come sarebbe bello (e facile) godere dello stesso cielo che tutte le generazioni passate hanno osservato. Tutti possiamo contribuire: spegniamo le luci superflue in modo da riaccendere le stelle che da sempre hanno accompagnato il percorso dell’umanità . Ricordiamoci che il cielo stellato è sopra di noi... attende solo di essere osservato affinchè noi tutti si torni a riveder le stelle.

Le foto allegate ci mostrano in ordine:

  1. L'Europa notturna ripresa dalla Stazione Spaziale
  2. Le luci della Brianza e dell'area di Milano in una limpida giornata invernale dal nostro Osservatorio
  3. La via Lattea ripresa in alta quota e lontani dalle luci. Siamo al Passo dello Spluga a 100 km da Milano
  4. Un' altra limpida giornata ma con nebbia sulla pianura. La nebbia, nemica degli automobilisti, è grande amica degli astrofili fungendo da coperchio all'illuminazione cittadina. (guarda la foto qui)

BOLLETTINO ASTRONOMICO

Scarica il Bollettino Astronomico mensile a cura del Liceo Galilei di Erba

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