Chi, guardando un cielo stellato di notte, non si è mai chiesto almeno una volta se un giorno saremo in grado di andare tra quegli astri così remoti? L’ambizioso film Interstellar di Christopher Nolan ci conduce proprio in un viaggio del genere, e ben oltre la Via Lattea, la nostra galassia ancora visibile a occhio nudo. Ma la sua non è un’opera di pura fantasia. O meglio, lo è solo in parte. Grazie infatti alla consulenza dell’astrofisico e premio Nobel Kip Thorne, gli eventi sbalorditivi a cui assistiamo nel film sono una rappresentazione scientificamente corretta di quello che gli esseri umani potrebbero affrontare in un’esplorazione dello spaziotempo. Dai dischi di accrescimento alle singolarità, dalla gravità quantistica alle anomalie gravitazionali, passando per la quinta dimensione e il tesseratto di Nolan, Thorne spiega in modo divulgativo e coinvolgente le grandi questioni del tempo e dello spazio in chiave interstellare, stimolando come non mai il nostro senso della meraviglia e dell’avventura.
Alzi la mano colui/colei che non abbia adorato Interstellar: costoro non saranno pertanto interessati
a questo saggio scientifico.
Per tutti gli altri, se la scienza di frontiera vi avvince e coraggiosamente vogliate catapultarvi in una
lettura ardua ma tecnicamente perfetta, allora vi consiglio questo volume.
Scritto da un Nobel per
la fisica proprio sull'argomento cardinale del libro, permette di "fare luce" (magari non
completamente a meno di non avere una fresca laurea in fisica/ingegneria) sugli interrogativi che
emergono alla visione del film.
La divulgazione in merito a relatività, quantistica, spazi multidimensionali la troviamo dappertutto e
forse ci sono in giro libri monotematici superiori, ma questo ha il pregio delle immagini, non solo
quelle stampate nel volume, ma quelle impresse nella nostra mente dopo la visione del film.
Un esempio: la simulazione grafica di Gargantua che si vede nel film, oltre a essere magnifica, è la
migliore rappresentazione di un buco nero mai effettuata (nessun centro di ricerca o università
potrà mai avere a disposizione un budget simile) e anticipa di qualche anno le immagini riprese
dall'Event Horizon Telescope.
KIp Thorne, ha lavorato all'idea del film per un decennio e la sua genesi è una storia a sè. Nolan, il
regista, ha dovuto studiare con lui (invidia!) al punto di imporsi su alcune scelte tecniche sempre
restando entro i limiti imposti da Kip.
Infatti il film si appoggia su solide fondamenta e su congetture scientificamente plausibili o ipotesi
probabili: qui la sfida non è la ricerca delle inesattezze (vedere "Gravity": in assoluto il peggiore
film da questo punto di vista), ma la comprensione della fisica di base.
Questo libro ci dona le
chiavi per aprire le porte verso i confini della scienza: buchi neri, ponti quantistici, quinta
dimensione, insomma tutta la fisica estrema e permette la fruizione del film con un pregevole
arricchimento interiore.
Voto: 4/5