La mia vita in bicicletta

• Autore: Margherita Hack

Descrizione:

In questo libro, scritto nei suoi ultimi anni, Margherita Hack ripercorre con un’ironia garbata la sua vita a ritmo di dolci o sfrenate pedalate. La celebre astrofisica ci racconta come è passata dal triciclo alla bici da corsa. In mezzo ci sono le salite fiorentine; l’Università; il secondo conflitto mondiale e il rifiuto di aderire al fascismo; l’amore per Aldo che, prima di diventare suo mairto, fu grande amico d’infanzia e di giochi al Bobolino; la passione per il ciclismo e l’atletica; la carriera; l’affetto per gli animali; i viaggi all’estero; Trieste e le gite a due ruote e respirare libera nella natura, o le piacevoli nuotate a Barcola. Negli ultimi capitoli, quasi una pedalata civile, ci descrive l’impegno culturale e politico, l’attenzione verso l’ambiente e le considerazioni sull’energia nucleare. Infine ci racconta l’ultimo periodo della sua vita, lontana dalla bicicletta, ormai appesa al chiodo, ma ancora ricca di sogni e ideali.

Recensione:

In questo libro, la celebre astrofisica Margherita Hack racconta la sua passione per la bicicletta, di come questa sia stata il collante della sua vita privata e lavorativa. Non solo un mezzo di trasporto per recarsi al Liceo, all’Università, all’Osservatorio, ma una compagna di avventure, di sfrenate pedalate attorno a Firenze prima e Trieste poi, città dove trascorse i suoi ultimi anni di vita. La Hack descrive con ironia tantissimi aneddoti di vita personale, di come aveva imparato a pedalare quando era una ragazzina facendosi prestare la bici da un amico più grande al Bobolino, fino alla sua ultima caduta per impervie strade di Trieste. Racconta delle sue gite fuori porta, fino a Livorno, o oltre il confine, fino alla Slovenia: pedalare in mezzo alla natura era per la Hack molto importante, era un modo per rilassarsi.
E in queste descrizioni la Hack trasporta anche il lettore, che sembra essere lì con lei a vivere ogni esperienza.
In alcuni capitoli si parla di “tradimento della bicicletta”, quando la Hack comprò la motocicletta e la macchina, che usava per spostarsi soprattutto quando lavorava all’Osservatorio di Arcetri e di Brera-Merate (due posti dove usare la bicicletta è effettivamente un po’ difficile!). La parola “tradimento” fa capre al lettore quanto fosse difficile per lei sostituire la bicicletta.
La sua vita in bicicletta scandisce anche il suo percorso da ricercatrice, prima in giro per l’Italia e per il mondo e poi a Trieste, dove diventò direttrice dell’Osservatorio. Si parla della sua ricerca, dei suoi viaggi di lavoro, delle conferenze e di quanto fosse difficile per lei farsi strada nel mondo della ricerca, fatto principalmente di uomini, nonostante la sua indiscutibile bravura. Un tema molto attuale che colpisce ancora le ricercatrice donne di tutto il mondo.
Nel libro c’è anche spazio per la storia: la Hack racconta come era vivere sotto il fascismo e di come nonostante le sue idee antifasciste, non fosse semplice distaccarsi completamente da quel nuovo modo di essere e pensare che ormai permeava l’intera Italia.
L’autrice dà spazio anche a temi attuali e importanti, come la ricerca urgente di energie alternative, di energie rinnovabili e meno inquinanti. Troviamo quindi molte pagine dedicate alla descrizione di diversi tipi di energia, dei loro pro e contro, con particolare attenzione all’energia nucleare, che ancora oggi (soprattutto oggi con la guerra in Ucraina) vengono trattati da tutti i leader politici Europei.
Infine, la Hack racconta con molta dolcezza il suo rapporto con i cani e i gatti. Ne ha avuti parecchi nel corso della sua vita, principalmente randagi, che insieme alla bicicletta e all’astrofisica, e ovviamente suo marito Aldo, la sua roccia per tutta la vita, sono stati i suoi più fidati compagni di viaggio, che l’hanno accompagnata in una vita piena di successi.

Voto: 4/5