Immaginate un piccolo frammento di ghiaccio e polveri, espulso miliardi di anni fa da un lontanissimo sistema planetario. Da allora ha viaggiato solitario nello spazio interstellare, immerso nel buio più profondo tra le stelle, fino a quando - nel 2019 - il suo cammino lo ha portato a incrociare il nostro Sistema Solare. Questo enigmatico viaggiatore, scoperto a luglio 2025, è stato battezzato 3I/ATLAS, terzo oggetto interstellare mai osservato dall’uomo, dopo 1I/Oumuamua e 2I/Borisov.
La scoperta è avvenuta grazie al programma ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), che scandaglia il cielo alla ricerca di asteroidi potenzialmente pericolosi. Ma ciò che è apparso agli astronomi non era una semplice cometa locale: i calcoli della sua orbita hanno rivelato una traiettoria iperbolica ad alta eccentricità, troppo veloce e inclinata per appartenere al nostro sistema. Un marchio inconfondibile della sua origine extraterrestre.
Nel mese di luglio, dalla Postazione Sormano 2 a Bellagio, l'abbiamo fotografata ed inviato alcune misure astrometriche al Minor Planet Center contribuendo alla definizione dell'orbita.
Come le comete che conosciamo, anche 3I/ATLAS ha mostrato segni di attività: il calore del Sole ha fatto sublimare parte dei ghiacci che ne rivestono la superficie, liberando gas e polveri e creando una tenue chioma. Tuttavia, la sua luminosità è rimasta bassa, rendendo difficile raccogliere dati dettagliati. Le stime suggeriscono un diametro di qualche chilometro e una composizione ricca di sostanze volatili, simile a quella delle comete del Sistema Solare.
Effettuerà il suo perielio a fine ottobre 2025 a una distanza di circa 200 milioni di km mentre a inizio mese passerà molto vicino a Marte (30 milioni di km) rendendolo visibile alle sonde in orbita attorno al pianeta rosso. Poi a marzo del 2026, nella sua traiettoria di uscita dal sistema solare, transiterà a circa 54 milioni di km da Giove: da quelle parti orbita da tempo la sonda Juno, ora a fine vita operativa, e si sta valutando la possibilità di direzionarla verso la 3I per uno studio ravvicinato.
La sua visita, pur breve e fugace, ha un enorme valore scientifico. Oggetti come 3I/ATLAS sono frammenti di mondi lontani, custodi della materia primordiale con cui si formano stelle e pianeti. Studiare questi messaggeri ci permette di confrontare la "ricetta chimica" del nostro Sistema Solare con quella di altri, aprendoci uno sguardo diretto – seppure effimero – sulla diversità dei processi cosmici che plasmano la nostra galassia.
Forse, in futuro, saremo in grado di mandare sonde a incontrare questi visitatori per analizzarli da vicino. Per ora, 3I/ATLAS rimane uno splendido promemoria del fatto che il nostro Sistema Solare non è un'isola chiusa: è solo un porto di passaggio, in un universo dove i viaggiatori delle stelle continuano a incrociare il nostro cammino.
Nelle ultime immagini riprese lo scorso 3 settembre con il nuovo telescopio da 70 cm si nota il movimento della 3I (ATLAS) tra le stelle della costellazione della Bilancia e la presenza di una chioma con principio di coda tipico degli oggetti cometari.
PS: no non è una sonda aliena proprio perchè si comporta come una grande cometa ricca di ghiacci la cui chioma e luminosità sono tipici di questi oggetti; non ci sono riflessi metallici né segni di accelerazioni "misteriose" o cambiamenti di traiettoria che richiederebbero una propulsione attiva.