Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Circa 30 milioni di anni fa, in questa lontana galassia da noi fotografata, una coppia di stelle di un sistema binario si è fusa in un unico oggetto generando una violenta esplosione, un fenomeno noto come Nova Rossa Luminosa o LRN. Come facciamo a saperlo? Per il fatto che tale è la distanza, in anni luce, che ci separa da essa: in questi giorni possiamo perciò ammirare lo spettacolo ‘in differita’ di 30 milioni di anni!

A dispetto del loro nome, le novae rosse luminose non devono essere confuse con le novae tradizionali, né tantomeno con le supernovae. In un nostro precedente articolo spieghiamo la differenza tra queste ultime due; ma quando in cielo appare una ‘stella nuova’, come fare a classificarla correttamente? La chiave sta nella magnitudine assoluta, ossia la luminosità che un oggetto celeste avrebbe a una distanza fissa stabilita, di solito corrispondente a 10 parsec, ovvero circa 32,6 anni luce. Così, se l’esplosione generata da una nova arriva a brillare di un valore di magnitudine assoluta attorno a -8, per una supernova si attesta a valori prossimi a -16,5 per il tipo II e -18,5 per il tipo I, dunque anche più di 10.000 volte superiore! (Ricordiamo, infatti, che la scala delle magnitudini è logaritmica e un decremento di 5 gradi corrisponde a un aumento di luminosità pari a 100). Ulteriori analisi foto-spettrometriche permetteranno in seguito di catalogare novae e supernovae per sottoclassi.

Una nova rossa luminosa, invece? Si può dire si tratti di una classe piuttosto rara di esplosioni stellari, tant’è che il primo oggetto confermato si ha solamente nel 2007 ad opera di un team di astronomi dell'U.C. Berkeley e del Caltech e, tutt’oggi, se ne contano un esiguo numero. Esse fanno parte dei cosiddetti ILOT, acronimo di Intermediate Luminosity Optical Transient, ovvero quella classe di esplosioni stellari che hanno un valore di magnitudine assoluta compreso tra le novae e le supernovae. Come già anticipato nell’introduzione, il modello evolutivo più accreditato sostiene che si tratti di esplosioni estremamente rapide dovute alla fusione di due stelle facenti parte di un sistema binario a contatto, cioè un sistema costituito da due stelle così vicine che si toccano fra di loro e condividono lo stesso inviluppo di gas. Si spiegano, così, il raffreddamento dell’oggetto che lo porta ad avere un distinto colore rosso e la curva di luce spettroscopica che persiste con una luminosità rinascente nell'infrarosso.

Proprio queste caratteristiche sono state riscontrate nell’esplosione da noi fotografata la sera del 17 febbraio: si tratta di 2021biy ed è evidenziata nell’immagine da due trattini. Scoperta il 29 gennaio da ATLAS, un programma specializzato di scansione automatica del cielo sviluppato dall’Università delle Hawaii e finanziato dalla NASA, aveva magnitudine assoluta -10,09, si trattava quindi a tutti gli effetti di un ILOT.

La galassia in cui è situata è NGC 4631, anche conosciuta come Galassia Balena per via della sua forma leggermente distorta che le conferisce un aspetto simile al cetaceo, ed è situata nella costellazione dei Cani da Caccia. Si tratta di una galassia a spirale barrata, di magnitudine +9,3, osservata per la prima volta da William Herschel nel 1787 assieme alla piccola galassia satellite NGC 4627, visibile nella nostra immagine poco più in alto. Esse fanno parte di un ‘Gruppo Locale’ simile al nostro, di cui tuttavia risulta difficile trovare il numero esatto di componenti, al momento stimato tra 5 e 27: solamente altre due galassie poco lontane (NGC 4656 e NGC 4657) sono infatti visibili con telescopio.

Torneremo sicuramente a fotografare NGC 4631 “Balena” e la sua piccola compagna per averne un’immagine a colori, continuate a seguirci per non perderla!

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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