Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Il cielo di questi primi mesi del 2017 è stato davvero ricco di comete: abbiamo avuto nell’ordine la 2P/Encke, la 41P/Giacobini-Tuttle, la 45P/Honda e la ER61 PanSTARRS (si vedano in proposito gli altri articoli presenti nella sezione news). Le cose migliori, però, in queste ultime settimane ce le sta riservando la cometa meno famosa e in un certo qual senso più “sottovalutata” del gruppo: la C/2015 V2 Johnson. Scoperta due anni fa dall’astronomo Jess Johnson come un piccolo e anonimo puntino di magnitudine superiore a 17, la V2 ha iniziato la sua lenta marcia di avvicinamento al Sole, che l’ha porta lo scorso 5 giugno al perielio a 1,6 unità astronomiche di distanza dalla nostra stella (in altre parole, poco prima dell’orbita di Marte).

Questo avvicinamento ha ovviamente aumentato la sua luminosità portandola poco al di sopra di magnitudine 6, appena oltre le possibilità dell’occhio umano ma ampiamente alla portata di un buon binocolo. Ma ciò che rende la V2 estremamente interessante non è tanto questo aumento di luminosità quanto la sua poco consueta coda. Come noto, una cometa non possiede una sola coda bensì due: una corta e larga composta da polveri e detriti di ghiaccio roccia, molto ben visibile in quanto riflette i raggi solari; la seconda più lunga, sottile e tenue composta dal vapore e dai gas espulsi dal nucleo cometario, che emette una flebile luce a causa di fenomeni di ionizzazione.

Le due code sono sempre orientate in modo diverso l’una dall’altra: la prima segue sempre la traiettoria della cometa in ogni suo punto, mentre la seconda (molto più leggera) punta sempre in direzione opposta del nostro Sole, in quanto viene costantemente soffiata via dalle particelle del vento solare. Il fatto di vedere più o meno nitidamente la separazione tra queste due code è un fenomeno di prospettiva, che dipende dalle posizioni in cui si trovano reciprocamente la cometa osservata e il nostro pianeta. In talune circostanze, le due code possono apparire addirittura una opposta all’altra, separate di quasi 180° rispetto al nucleo della cometa: si parla in questo caso di coda e anticoda della cometa. Si tratta di un evento poco frequente e molto curioso da osservare come mostrato nella fotografia riportata qui a fianco ripresa dal nostro osservatorio lo scorso 22 maggio. L’ultima cometa a mostrarne una così vistosa nel nostro emisfero è stata la L4 PanSTARRS, nella primavera del 2013. In questi giorni la possiamo rintracciare con piccoli strumenti non lontana dalla brillante stella Arturo nella costellazione del Boote.

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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