Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Le scoperte riguardanti il mondo degli asteroidi, come dimostrano le ricerche con le missioni spaziali tuttora in corso, hanno sempre catalizzato l’attenzione del pubblico. Ne sono un esempio le sonde Hayabusa 2 e Osiris-Rex: due progetti nati in paesi posti agli antipodi della Terra ma uniti dal reciproco scambio di informazioni, in funzione di una ricerca scientifica condivisa. Questo genere di missioni, dedicandosi all’analisi e allo studio di asteroidi carbonacei (di tipo C), sono di fondamentale importanza per diversi motivi. La loro ricchezza di composti del Carbonio (elemento emblema della vita), li rende infatti particolarmente adatti agli studi che cercano di dare una risposta al grande quesito della formazione del sistema Solare e della nascita della vita sulla Terra. Inoltre le attività che si stanno portando avanti dovrebbero avere un riscontro positivo anche nel campo dello “spaceweathering”, ovvero lo studio che riguarda l’erosione degli oggetti nello spazio. Si tratta, in altri termini, di ricerche connesse ai cambiamenti che gli asteroidi subiscono nel corso della loro esistenza sia in termini fisici che dinamici.

La Nasa ha annunciato che mercoledì 28 ottobre 2020 si sono concluse le operazioni di stivaggio di un importante campione prelevato dall’asteroide (101955) Bennu. La missione, che prende il nome di Osiris-Rex (Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security Regolith Explorer), fa parte del programma “New Frontiers” e ha come scopo principale quello di prelevare materiale dalla sua superficie e riportarlo a Terra dove potrà essere analizzato. Un’operazione del tutto analoga è stata portata a termine con successo lo scorso 6 dicembre 2020, dalla sonda giapponese Hayabusa 2 atterrata nei deserti australiani con il suo prezioso carico di campioni prelevati dall’asteroide (162173) Ryugu.

Osiris-Rex, prima missione NASA di questo tipo, ha fatto alcune interessanti scoperte sull’asteroide Bennu. Una delle più curiose e inaspettate è stata quella di osservare flussi di particelle che sfuggono dall’asteroide andando a formare quelle che qualcuno ha chiamato “lune temporanee” in miniatura. Si tratta di piccolissimi frammenti che per motivi ancora ignoti, si staccano dalla superficie per essere poi “ri-catturati”, dal campo gravitazionale dell’asteroide stesso. Da un punto di vista orbitale, Bennu appartiene alla categoria dei PHAs (Potentially Hazardous Asteroids = Asteroidi Potenzialmente Pericolosi) anzi, possiamo affermare che insieme a 1950 DA e (99942) Apophis, è in cima alla lista di quelli considerati più a rischio. La sua orbita infatti incrocia da vicino quella della Terra e col suo diametro di circa mezzo chilometro, in caso impatto, provocherebbe danni piuttosto ingenti. Possiamo però dormire sonni tranquilli. I calcoli eseguiti presso il nostro Osservatorio infatti non prevedono avvicinamenti troppo stretti, almeno per i prossimi duecento anni e uno studio condotto presso l’Università di Pisa ha stimato che le possibilità di impatto, in questo lasso di tempo, sono pari a 1 su oltre 15000. Detto ciò non sarebbe però male iniziare ad ipotizzare un programma che preveda di mettere in sicurezza il nostro pianeta da questo genere di rischi. Fortunatamente i primi passi in questa direzione si stanno già facendo e missioni come quella di Osiris-Rex e Hayabusa 2 possono certamente dare il loro contributo nel mettere a punto strategie comuni.

Hayabusa 2, nata alle spalle della travagliata missione Hayabusa1, si poneva come obiettivo il prelievo di campioni di materiale dall’asteroide (162173) Ryugu. E in questa ottica le operazioni si sono svolte nel migliore dei modi grazie anche all’utilizzo di un innovativo sistema di sonde di piccole dimensioni (Mascot e Minerva 2). Il team giapponese che gestisce il programma, ha inoltre pensato di generare un “cratere artificiale”, sulla superficie dell’asteroide, permettendo così ai robot di prelevare materiale situato in profondità e quindi incontaminato dalle radiazioni solari.

Le osservazioni della sonda principale hanno invece stabilito le dimensioni del corpo celeste pari a 1 km di diametro e nello stesso tempo confermare la colorazione particolarmente scura del suo suolo, una caratteristica che porta Ryugu a riflettere soltanto lo 0.02 % dei raggi solari. Accanto a zone completamente nere, si trovano però anche aree rosse e blu, la cui causa va evidentemente cercata in una diversa risposta alla radiazione solare. Altra cosa di grande interesse è la presenza di alcune rocce più chiare che spiccano nettamente sulle altre. Si tratta evidentemente di rocce aliene al corpo originario e che sono dovute con ogni probabilità all’impatto occorso con oggetti di piccole dimensioni ma di diversa composizione chimica. Molto di più si saprà dall’analisi dei campioni riportati a Terra dalla Sample Return Capsule della missione Hayabusa 2 che, come detto, è felicemente atterrata, nel deserto dell’Australia meridionale, il 5 dicembre intorno alle 18.50 (ora italiana). Come è noto le fasi di rientro di una navicella sono tra le più delicate di ogni missione spaziale. In questo caso la capsula oltre a sopportare un’accelerazione tra i 50 e i 60 g, e una velocità di 12 km/s. aveva anche la necessità, nonostante un’escursione termica esterna compresa tra i - 50° e i +600° C, di mantenere una temperatura ambientale costante, per salvaguardare il prezioso carico. Vero che gli esperimenti nello spazio sono molto importanti ma la maggior parte delle analisi viene poi eseguita a terra, e ciò spiega l’ansia dei controllori di volo durante le fasi di discesa sulla Terra della sonda.



Nell’animazione scattata dall’Osservatorio Sormano la notte del 21 settembre 2017 , il piccolo punto luminoso in movimento tra le tracce stellari, è la sonda Osiris – Rex un anno dopo il lancio da Cape Kennedy, quando si trovava a 420.000 km di distanza, il giorno precedente al passaggio ravvicinato alla Terra finalizzato a fornirle una spinta gravitazionale per “fiondarla” verso l’asteroide Bennu

Hayabusa 2 e Osiris-Rex
Hayabusa 2 e Osiris-Rex

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