Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Una bella cometa visibile ad occhio nudo e che dia spettacolo sopra le nostre teste: questa è la speranza di molti astronomi e astrofili fin dal 1997, anno in cui fu la celebre Hale-Bopp a tenerci tutti con il naso all’insù per diverse settimane. Ma si sa, le comete sono oggetti imprevedibili e capricciosi; dopo la grossa delusione della ISON nel 2013, negli ultimi mesi le speranze erano riposte nella C/2019 Y4 ATLAS, cometa che alla fine si è rivelata estremamente interessante e ricca di fascino ma, ahinoi, non nella maniera più “convenzionale” in cui magari speravamo. Ma procediamo con ordine.

La C/2019 Y4 è una cometa proveniente da una zona situata oltre la fascia di Kuiper, a svariate centinaia di unità astronomiche di distanza dal Sole. È stata scoperta il 28 dicembre 2019 tramite alcune immagini riprese dal telescopio di Mauna Loa (Hawaii) per il programma ATLAS, un programma istituito per la ricerca degli asteroidi che si avvicinano alla Terra. In quei giorni la cometa si trovava nella costellazione dell’Orsa Maggiore e brillava di magnitudine 20. È stato Larry Denneau, uno degli esperti del software di ATLAS, a riconoscere l’aspetto cometario dell’oggetto e ad aggiungerlo alla pagina di conferma dell’MPC, l’organizzazione che raccoglie, conserva e pubblica i dati relativi alle osservazioni dei corpi minori del Sistema Solare e alle loro orbite. La “Y4” si è dimostrata subito una cometa molto accattivante: nell’arco di circa due mesi, infatti, la magnitudine è passata dalla 20 alla 8, aumentando cioè la sua luminosità di migliaia di volte. Molti osservatori hanno iniziato a fotografare l’oggetto immortalando una bella chioma verdastra, colorazione dovuta alla presenza di carbonio tra i materiali espulsi dal suo nucleo. Successivamente è stata osservata una coda stimata in oltre 3 milioni di chilometri mentre aumentava il suo splendore appena oltre il limite di visibilità ad occhio nudo. Le previsioni erano dunque molto promettenti visto che tra il 23 e il 24 maggio era previsto il massimo avvicinamento della cometa al nostro pianeta, a circa 0,8 unità astronomiche, con un atteso ulteriore aumento di luminosità. Le stime più prudenti parlavano di una cometa ben visibile ad occhio nudo, mentre quelle più ottimistiche di magnitudine pari a 0 (quindi simile alle stelle più luminose del cielo) se non addirittura di magnitudine negativa, che avrebbe portato l’ATLAS alla stessa luminosità di Giove o di Venere. Anche noi all’Osservatorio di Sormano abbiamo fotografato la cometa condividendo tali informazioni tramite nostra pagina facebook.

L’attesa è dunque finita? Dopo quasi 20 anni avremo finalmente una cometa degna di nota nei nostri cieli? Come detto, le comete sono oggetti imprevedibili: la nostra “Y4” poco per volta ha deciso di scomparire dalle scene e di farlo nella maniera più spettacolare possibile. Verso la metà di marzo l’aumento di luminosità che l’aveva accompagnata fino a quel momento ha iniziato a rallentare sempre più per poi arrestarsi; dapprima un lieve, timido segno di ripresa quindi, nelle successive settimane, un nuovo calo di luminosità ancora più marcato, accompagnato da un allungamento del suo nucleo. La spiegazione poteva essere una soltanto: la cometa si stava frammentando! ! Nei primi giorni di aprile le prime conferme: il nucleo della Y4 sembra essersi sgretolato in almeno una dozzina pezzi. Ragionando a posteriori, l’aumento repentino di luminosità delle settimane precedenti avrebbe potuto essere interpretato come un campanello d’allarme per segnalare un aumento di attività tanto importante da risultare insostenibile per la cometa. L’astrofilo tedesco Maik Mayer, pochi giorni dopo la sua scoperta ha fatto notare una notevole somiglianza tra le orbite di questa cometa e la grande cometa apparsa nel 1844, oggi nota con la sigla C/1844 Y1. Una volta accertato il fatto che la ATLAS sia da considerarsi un frammento di questa vecchia cometa, l’osservazione della fragilità del suo nucleo non meraviglia più di tanto. Fine dei giochi, dunque? Assolutamente no, perché ogni cometa è unica e imprevedibile anche nel modo in cui scompare. Per questo motivo, anche se con maggiori difficoltà, continuano le osservazioni di questo oggetto. Molti osservatori astronomici, tra cui il nostro da sempre attivo nel campo dell’osservazione di pianetini e comete, stanno studiando questi frammenti e, per almeno i cinque principali, si stanno calcolando le loro orbite. Se il processo di frammentazione del nucleo non la sgretolerà completamente, la cometa potrebbe superare la soglia di visibilità a occhio nudo nella seconda metà del mese di maggio, quando però sarà piuttosto difficile da osservare. Il destino di questa cometa resta dunque incerto fino alla fine, in attesa magari di regalarci un colpo di scena conclusivo. Dopo la possibile débacle della ATLAS tenteremo di consolarci con la C/2020 F8 Swan, una cometa che potrebbe raggiungere la soglia di visibilità ad occhio nudo ma che, nel periodo migliore, alle nostre latitudini resterà piuttosto bassa sull’orizzonte. Non c’è che dire, quindi: le comete non smettono mai di stupirci!

Abbiamo fotografato l’ultima volta la cometa dalla postazione di Bellagio lo scorso 29 aprila quando pur frammentata rimaneva sempre un soggetto molto interessante con una discreta coda come potete vedere nell’immagine allegata

L’altra immagine, con maggior risoluzione, evidenzia in falsi colori la disgregazione del nucleo in più frammenti, la notte dell 15 aprile.

Alla nostra pagina Facebook, al link:

https://www.facebook.com/osservatorioastronomicosormano/photos/a.224106704313295/3134174639973139/?type=3&theater

trovate altre immagini scattate subito dopo lo scoperta della cometa e nel mese di marzo.

Atlas, il destino di una cometa

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