In osservatorio, durante le sedute osservative della Luna in occasione
delle aperture pubbliche due domande spesso si ripetono:
1. Perchè non vediamo il suo lato opposto?
2. E’ possibile identificare i siti di allunaggio delle missioni Apollo?
La risposta alla prima domanda diventa evidente nel momento in cui si
spiega il concetto di blocco mareale fra due corpi celesti in orbita
reciproca e sincronismo dei periodi di rotazione e di rivoluzione del
minore.
Per la seconda, possiamo solo inquadrare le aree di allunaggio e
accontentarci di una vaga visione da lontano: i manufatti americani
hanno dimensioni di alcuni metri, teoricamente visibili con un
telescopio terrestre di circa 100 m di diametro. In realtà la turbolenza
atmosferica e le dispersioni ottiche le renderebbero invisibili anche con
questo diametro.
Qualche sera fà , con il rifrattore apo da 15 cm dell’osservatorio,
abbiamo ripreso la zona di allunaggio dell’Apollo 11, che il 20 luglio
1969 alle 20:17 UTC si posò nel mare della Tranquillità alle coordinate
lunari 0° 40' 26,69'' N e 23° 28' 22,69'' E.
In prossimità sono visibili tre piccoli crateri dedicati agli eroi di quella
prima missione storica: Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins.
Armstrong è largo 4,6 chilometri, Aldrin 3,4 km e Collins 2,4 km. Tutti
sono osservabili ad occhio nudo e alla portata di un telescopio di 15
cm, di solito entro un giorno o due dall'alba o dal tramonto lunare,
anche se, un Dobson da 30 o 40 cm a 200/300 x rende la vista
magnifica.
Essi sono visibili dal 5° al 19° giorno di lunazione, e le osservazioni
migliori avverrano in questi giorni dei prossimi mesi del 2024: 26/28
aprile, 13/15 e 26/28 maggio, 12/14 e 24/26 giugno, 11/13 e 23/25
luglio, 10/12 e 22/24 agosto (da notare che il 21 agosto 2024, la Luna
occulterà Saturno alle 4:30 AM), e così via; ricordando che il giorno
lunare dura circa due settimane, possiamo identificare le notti migliori,
attendendo l’ora del passaggio della Luna al meridiano locale, ovvero
quando culminerà nel suo percorso notturno.
Nei giorni indicati la luce radente del sole (all’alba o tramonto)
permette di osservare in maniera distinta i due crateri Sabine e Ritter
che si trovano sulla sponda sud del mare della Tranquillità : entrambi
con un diametro di circa 30 km ciascuno, Sabine e quello più a est (a
destra per la precisione).
Quindi partendo da Sabine e procedendo verso est per cinque volte il
suo diametro, troviamo il cratere Moltke: brillante con un piccolo alone
ad alto albedo che lo fa ben risaltare nonostante le sue ridotte
dimensioni (circa 6,5 km). Da li, attraversiamo il mare per un breve
tratto in direzione nord-nordest per localizzare Armstrong, sperando
che il seeing (turbolenza) sia favorevole per la sua identificazione:
ricordiamo che stiamo cercando un oggetto distante 80’000 volte il suo
diametro (pari a una moneta da 1 centesimo a oltre un km).
Una volta localizzato, conviene effettuare una triangolazione con
Moltke: al vertice di un triangolo equilatero, in direzione di Sabine, è
possibile identificare il secondo cratere, Aldrin, aumentando
l’ingrandimento fino a 250x.
Il più piccolo del terzetto, Collins, sta nel mezzo ma è anche il più
difficile ricoprendo un’area pari al 30% del primo: se il seeing è buono,
conviene aumentare l’ingrandimento al massimo.
Il sito di allunaggio dell’Apollo 11 è ora lì al centro dell’oculare, circa 20
km sud ovest rispetto a Collins.
L’occhio spera di vedere qualcosa, ma razionalmente ciò è
irrealizzabile: soltanto negli ultimi anni, alcune sonde in orbita lunare
sono riuscite a fotografare i siti di allunaggio mostrando che lem, rover,
bandiere e altri manufatti sono ancora lì, immutati e imperituri a
testimonianza della più grande impresa scientifica dell’umanità : si veda per esempio questo sito https://science.nasa.gov/resource/apollo-11-landing-site/