Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Esattamente 40 anni fa, il 19 dicembre 1972, faceva il suo ritorno sulla Terra America, il Modulo di Comando della missione Apollo 17, l’ultima ad aver portato degli uomini sulla Luna. A 3 anni di distanza dalla storica impresa di Armstrong e Aldrin, la NASA abbandonò i tutti progetti di esplorazione umana del nostro satellite in favore dello sviluppo di stazioni spaziali (lo Skylab) e di una navetta spaziale riutilizzabile (lo Space Shuttle); un “arrivederci” che ha però il sapore di un “addio”, visto che a distanza di decenni quegli storici voli non hanno avuto nessun seguito.

In occasione del quarantesimo anniversario, ripercorriamo le tappe principali di questo ultimo viaggio.
Apollo 17 fu l’undicesima missione con equipaggio del programma spaziale Apollo e la sesta a raggiungere con successo l’obbiettivo dello sbarco sulla Luna; si trattò inoltre della terza missione di tipo J (dopo Apollo 15 e Apollo 16), ossia non più focalizzata sull’esplorazione del nostro satellite bensì sull’esecuzione di un alto numero di esperimenti scientifici sulla sua superficie. A tale scopo il Modulo Lunare (o LEM) di queste ultime missioni era stato pesantemente riprogettato, in modo da permettere agli astronauti una permanenza più lunga sulla luna e un numero maggiore di EVA (attività extraveicolari, ossia le famose “passeggiate lunari”); anche il razzo vettore Saturno V venne potenziato, per consentire il trasporto di una grande quantità di strumenti. A riprova del carattere scientifico della missione, vi fu la presenza nell’equipaggio di Harrison Schmitt, l’unico astronauta del programma Apollo ad essere uno scienziato (per la precisione un geologo) e non un ex-pilota dell’aeronautica militare degli Stati Uniti. Ad onore di cronaca, c’è da dire che in realtà Schmitt sarebbe dovuto andare sulla Luna con Apollo 18; tuttavia, vista la cancellazione delle missioni 18, 19 e 20 per motivi di bilancio e in virtù della forte volontà di inviare almeno uno scienziato nello spazio prima della chiusura del programma, Schmitt venne assegnato alla missione Apollo 17 al posto del precedentemente designato Joe Engle.

Il 7 dicembre 1972 Apollo 17 decollò dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral con a bordo il comandante Eugene Cernan (un autentico veterano, avendo già volato nello spazio con Gemini 9 e Apollo 10), il pilota Ron Evans e il già citato Schmitt. Dopo quattro giorni di tranquilla navigazione il LEM Challenger allunò nella valle Taurus-Littrow nel Mare della Serenità, luogo scelto per la presenza sia delle rocce più antiche presenti sul nostro satellite, sia di alcune tra le più giovani. Apollo 17 fu la missione con la più lunga permanenza sulla superficie lunare di tutto il programma: gli astronauti vi rimasero per più di tre giorni, compiendo tre EVA della durata complessiva di quasi 22 ore e percorrendo (con l’ausilio del famoso Rover lunare) ben 34 Km. L’attività scientifica comprese numerosi esperimenti per studiare la forza di gravità lunare, l’andamento della temperatura e il conteggio del numero di micro meteoriti che impattano il nostro satellite; furono inoltre raccolti oltre 100 Kg di rocce lunari. Il 14 dicembre Challenger decollò, dando inizio al viaggio di ritorno: se Neil Armstrong fu il primo uomo a camminare sulla Luna, Cernan fu (ed è tuttora) l’ultimo a lasciarla. Il 19 dicembre Apollo 17 ammarò nelle acque dell’Oceano Pacifico, sancendo la fine di uno dei capitoli più avventurosi ed emozionanti nella storia delle esplorazioni umane. Il programma Apollo fu definitivamente chiuso nel 1975, dopo la missione congiunta Apollo-Soyuz che decretò la conclusione della corsa allo spazio tra U.S.A. e U.R.S.S.

Torneremo mai sulla Luna? La NASA ha in cantiere il cosiddetto Programma Constellation, che prevede la realizzazione di una nuova navicella spaziale denominata Orion adatta sia ai voli in orbita bassa (quindi, ad esempio, all’aggancio con la Stazione Spaziale Internazionale) sia a future missioni lunari. Tale programma, tuttavia, è tuttora bloccato a causa della mancanza dei fondi necessari.
Tutto ciò che per ora possiamo fare è affidarci ai nostri telescopi e, di tanto in tanto, mandare un nostalgico pensiero alla nostra Luna che aspetta da 40 anni che qualcuno torni a farle visita.

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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