Oggi 4 aprile 2020, si stima che la metà della popolazione mondiale sia forzatamente chiusa in casa. In questi giorni d'isolamento, anche l’industria spaziale deve giocoforza rivedere i propri piani e posticipare a tempi migliori alcune missioni da tempo programmato. Il telelavoro aiuta, però lanciare dei razzi con a bordo sofisticati e costosi satelliti oppure sonde esploratrici del sistema solare, non è un’impresa che si attua da remoto. Ogni agenzia spaziale ha intrapreso piani di contenimento della diffusione del virus, in accordo alle politiche restrittive messe in atto dai propri governi: questa è la situazione al momento della scrittura in merito ai lanci previsti per quest’anno.
L’Agenzia Spaziale Europea, ha recentemente rimandato ExoMars 2020 di due anni: una sonda robotica sviluppata in cooperazione con la Roscosmos (Agenzia spaziale Russa) provvista di un modulo di atterraggio. Il rover, alimentato a celle solari, effettuerà analisi fisico/chimiche/biologiche del suolo nella zona equatoriale del pianeta rosso dove si spera di trovare segni di passata presenza di acqua liquida; la durata prevista è di almeno 200 sol, durante i quali trasmetterà i dati a Terra tramite l’orbiter ExoMarsTGO (Trace Gas Orbiter) operativo da oltre due anni, ma ora in safe mode. Un malfunzionamento in fase di test dei paracadute, dai quali dipende il successo della manovra di discesa, aveva creato qualche apprensione quest’inverno e, quando il problema sembrava risolto, l’Europa si è fermata per contenere l’espansione del contagio, rallentando le ultime fasi dell’integrazione del rover. La partenza è ora prevista nell’autunno 2022 quando si aprirà la prossima finestra di lancio. Anche l’altra sonda europea Mars Express (operativa dal 2003) è stata messa in safe mode, ibernata nell’attesa che sia possibile avere tecnici al lavoro per farla ripartire. La stessa sorte è toccata a Solar Orbiter, l’ultima sonda lanciata dall’ESA, in viaggio verso il Sole.
Invece oltreoceano, la NASA conferma al momento la missione Mars 2020 che il 17 luglio partirà alla volta del pianeta rosso: obiettivo posare al suolo nel cratere Jezero un sofisticato rover il 18 febbraio 2021. Perseverance è il nome attribuito a questo veicolo di oltre 1000 kg: alimentato da una batteria nucleare al Plutonio, avrà a bordo un laboratorio chimico in grado di identificare segni di attività biologica anche fossile e anche un mini elicottero a batterie solari che sarà il primo a volare su un altro pianeta.
Però un paio di missioni NASA si arrendono al virus: la costruzione e i test del nuovo vettore SLS (Space Launch System) e della capsula Orion sono sospesi. Lo SLS sarà il razzo in grado di riportare l’uomo sulla Luna con una capacità di carico di decine di tonnellate, e in futuro di raggiungere Marte e sistema solare esterno (nella foto il serbatoio del 1° stadio, in grado di contenere 2 milioni di litri di Idrogeno liquido a -230C ). La missione Artemis 1 sarà il primo volo di collaudo del vettore SLS (senza equipaggio): previsto per giugno 2020 (ma ora rimandato) raggiungerà la Luna, portando a bordo la capsula Orion, evoluzione moderna delle vecchie Apollo, con una durata di tre settimane.
Anche il travagliato James Webb Telescope potrebbe avere dei problemi: il nuovo telescopio spaziale per l’astronomia a raggi infrarossi, partirà il 30 marzo 2021. I test sono proseguiti e durante il mese di marzo di quest’anno sono state effettuate con successo le manovre di dispiegamento dello specchio primario (6.5 m di diametro): come un origami esso viaggerà ripiegato nel vano cargo del vettore Ariane, e si dovrà necessariamente dispiegare una volta raggiunto il punto di Lagrange L2 a 1.5 milioni di distanza dalla Terra. Le difficoltà tecniche sono enormi: basti pensare che il team di commessa è operativo da quasi venti anni con un costo vicino ai dieci miliardi di dollari. A causa del Coronavirus, lo strumento è in camera pulita in California dove i tecnici non possono continuare le attività programmate: la data di lancio è a rischio e sarà confermata a breve.
La CNSA (Agenzia Spaziale Cinese), sempre parca di notizie, ha in programma l’invio entro fine anno di due missioni robotiche verso Luna e Marte. La Chang’e 5 consiste di un lander e un veicolo in grado di riportare a Terra campioni del suolo lunare (vedi questo articolo: link): pur avendo accumulato un paio di anni di ritardo, a causa del fallimento nel lancio del nuovo razzo Lunga Marcia, la missione partirà a dicembre 2020. Huoxing è invece il nome della prima missione cinese verso Marte: composta da un orbiter + lander + rover sarà lanciata quest’estate sfruttando l’ottimale finestra di lancio; arriverà in orbita marziana a febbraio del prossimo anno e atterrerà il 23 aprile 2021 tramite paracadute e retrorazzi nella ragione Utopia Planitia. Alimentato a batterie solari, il rover (dalle dimensioni di una piccola utilitaria) analizzerà il suolo alla ricerca di biomarcatori e sarà un valido banco di prova per le prossime missioni cinesi che, entro fine decennio, riporteranno a Terra campioni di terreno marziano.
Quest’estate dovrebbe partire Mars Hope, una missione robotica degli Emirati Arabi, destinata a portare in orbita marziana una sonda dotata di strumentazione per lo studio dell’atmosfera del pianeta rosso, del suo clima e relative variazioni stagionali: dopo un viaggio di 200 giorni, nel prossimo aprile, si posizionerà in un orbita alta (22'000 km la minima distanza dal suolo) con periodo orbitale di 44 ore dove resterà per almeno 2 anni di osservazione.
Infine l’Agenzia Spaziale Indiana, conferma per fine anno il lancio di Aditya-L1: la prima missione dell’India verso l’interno del sistema solare, ambisce a collocare nel punto Lagrangiano L1 (si veda questo approfondimento: link), laddove gia si trovano altre quattro simili sonde (SOHO, ACE, WIND e DSCOVR). A 1.5 milioni di km da Terra, L1 è infatti il sito ideale per lo studio della fotosfera, corona, cromosfera e del vento solare.
Fortunatamente l’emergenza mondiale non ha effetto sulle missioni attive in questo momento (un paio di dozzine in totale): se nei centri di controllo il personale non può accedere per contenere la diffusione della pandemia, lassù negli spazi interplanetari le sonde automatiche e i loro robot proseguono imperterriti. Come, per esempio, la Bepi Colombo ESA (lanciata l’anno scorso alla volta di Mercurio, che farà un fly-by con la Terra il 10 aprile al fine di modificare la traiettoria), la già citata Solar Orbiter ESA (partita a febbraio per uno studio ravvicinato del Sole tramite un’insolita orbita polare: a fine anno effettuerà un primo fly-by con Venere per sollevarsi dal piano dell’eclittica), Parker Solar Probe NASA (ad inizio aprile, farà un quarto afelio che le permetterà di rituffarsi verso la nostra stella con orbite sempre più strette e veloci che nel 2025 la porteranno a soli 10 milioni di km dal centro del Sole). Rimangono operative anche Juno (in orbita attorno a Giove), Chang’e 4 (sul lato nascosto della Luna) insieme al suo piccolo rover Yutu 2, Curiosity e Insight (due rover americani a spasso su Marte), Hayabusa 2 (la sonda giapponese sulla via del ritorno a casa con a bordo campioni di suolo estratti dall’asteroide Ryugu), Osiris Rex (in orbita attorno all’asteroide Bennu), New Horizon (verso lo spazio profondo alla ricerca di nuovi oggetti trans-nettuniani), le mitiche Voyager 1 e Voyager 2 (ancora funzionanti dopo 43 anni dalla partenza e in viaggio verso gli spazi interstellari), Akatsuki (in orbita attorno a Venere)....
Certamente l’astronomia da casa, non è affascinante come quella sul campo: l’astrofilo appassionato, che sia visualista e/o fotografo, che passa le notti scrutando il profondo cielo, si rammarica per l’assenza di quelle emozioni. I siti delle missioni in corso e delle agenzie spaziali sono colmi di immagini, dati, documenti scientifici che saziano momentaneamente la nostra sete di sapere. Ci consola la certezza che lassù l’universo ci aspetta: verranno tempi migliori quando riprenderemo le nostre attività, quando riguarderemo questa epoca storica dell’umanità, quando racconteremo che noi c’eravamo a combattere una guerra con un nemico invisibile, quando, si auspica che SARA’ ANDATO TUTTO BENE.