Nella vastità dell’universo esistono miliardi di galassie e, contrariamente a come spesso ce le immaginiamo, non sono tutte uguali ed immutabili nel tempo, ma, un po’ come le persone, anche le galassie sono caratterizzate da “segni particolari” e nel tempo “invecchiano” cambiando il loro aspetto.
Come per l’evoluzione di una persona negli anni, proprio attraverso il suo aspetto si può ricostruire la storia di una galassia: questo motivo spinse l’astrofisico ed astronomo Edwin Hubble ad ideare un sistema (chiamato Sequenza di Hubble) per classificare le galassie in base alla loro forma.
Le galassie giovani sono ricche di stelle recenti, polveri e gas e hanno una forma più irregolare (un po’ come i bambini che in tenerissima età si fatica a distinguere se femmine o maschi). Nella Sequenza di Hubble queste galassie sono identificate dalla sigla Irr e sono suddivise in due sottogruppi in base alla presenza o meno di formazioni stellari riconoscibili. Man mano che invecchiano le galassie mutano il loro aspetto assumendo (per l’effetto della forza di gravità tra le stelle che le compongono) forme sempre più regolari e spiraleggianti diventando prima di tipo lenticolare (denominate S0 o SB0 se presentano anche una barra di stelle che ne attraversa il centro) poi mostrando una struttura a disco con un rigonfiamento al centro (chiamato Bulge): questo stadio, nella nostra similitudine, corrisponde alla fase dell’umana adolescenza.
Solo successivamente, una volta raggiunta la “maturità”, come gli esseri umani le galassie acquisiscono forme a spirale ben definite con bracci che si avvolgono attorno al centro e, nella Sequenza di Hubble, vengono perciò classificate da Sa a Sc in base a quanto i bracci si allargano dal centro stesso (nelle galassie barrate i bracci partono invece dalla suddetta barra e vengono classificate da SBa a SBc).
Durante la “vecchiaia” - come le persone che con l’avanzare dell’età si coprono di rughe e di capelli bianchi - le galassie si ritrovano con sempre meno gas e polveri e composte da stelle più “anziane”; ecco che la loro forma cambia nuovamente diventando di tipo ellittico, per il risultato delle perturbazioni gravitazionali tra le stelle e per eventuali scontri con altre galassie, venendo classificate con la sigla E seguita da un numero (da 0 - forma quasi sferica - a 7 - forma più appiattita).