Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

“Per fare tutto, ci vuole un fiore”, cantava Sergio Endrigo nel 1974. Anche in astronomia possiamo usare la stessa frase, specialmente se osserviamo la nebulosa Rosetta. Questo oggetto deve il nome al suo aspetto, che ricorda davvero quello di una piccola Rosa. E come recitato in quella famosa canzone, da questo piccolo fiore nascono nuove stelle.

Se guardiamo con attenzione il centro di questa nebulosa, possiamo osservare un grappolo di brillanti stelle blu, quasi fossero una pioggia di diamanti lasciati cadere sulla tovaglia nera dello spazio. Sono proprio loro le stelle appena nate, giovani (hanno soltanto pochi milioni di anni, una cifra irrisoria in termini astronomici) e molto calde, e tutte insieme formano un ammasso aperto catalogato con il nome NGC 2244. Queste stelle, grazie al vento di particelle che emettono continuamente, hanno lentamente soffiato via i gas e le polveri della nebulosa nelle loro vicinanze permettendoci così di ammirarle in tutto il loro splendore.

Ammirare questo oggetto, ripercorrendo le orme di Albert Marth e William Herschel, scopritori rispettivamente della nebulosa e dell'ammasso aperto, è piuttosto semplice: basta munirsi di un telescopio (anche amatoriale) e puntarlo in direzione della costellazione dell'Unicorno, accanto alla ben più famosa e riconoscibile costellazione di Orione; in particolare, questa nebulosa si trova a circa metà strada tra Betelgeuse (la stella più brillante di Orione, che costituisce la sua spalla destra) e la Procione (una delle stelle più luminose del nostro cielo. L'ammasso aperto, invece, può essere individuato anche con un buon binocolo. Ma senza ombra di dubbio, le soddisfazioni più grandi si raccolgono con l'astrofotografia, e non a caso si tratta di uno degli oggetti più immortalati del cielo.

La genesi di una stella avviene quando una nube molecolare collassa su se stessa per azione gravitazionale, fomando una nucleo centrale più denso detto proto-stella, la cui massa attira sempre più materia con un accrescimento pari a un milionesimo di masse solari annuo. Il moto di rotazione della materia in caduta verso il centro di massa, mediato dal principio di conservazione del suo momento angolare, crea un disco di accrescimento allineato con l’equatore della stella in formazione e spesso ai suoi poli anche un doppio getto collimato di materia che fuoriesce a velocità dell’ordine di qualche centinaio di km/s. Questi getti, collidendo con il gas circostante, rallentano e formano delle onde d’urto che eccitano gli atomi della nube. Si forma pertanto una nebulosa ad emissione denominata oggetto Harbig-Haro dal nome dei due scopritori. Attulamente sono noti almeno 2000 oggetti di questa natura nella Via Lattea ma, la gran parte di essi difficilmente osservabili nel visibile, perché le nubi di gas e polveri da cui si sono formati bloccano le radiazioni in queste lunghezze d'onda. La foto della nebulosa Rosetta che si tova a circa 1.4 kpc di distanza nell’Unicorno, mostra numerosi dettagli e un Harbig-Haro: HH1 che è stato scoperto nel 2004. HH1, come i suoi simili è un oggetto effimero, che si spegnerà fra parecchie decine di secoli quando il tasso di espulsione polare si esaurirà e la stella in formazione entrerà in fase principale.

L’ingrandimento del dettaglio in foto mostra HH1 occupare l’intera diagonale del riquadro.

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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