Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Eastern Veil Nebula

“La bellezza è effimera, istantanea come un suono, fugace come un’ombra, breve come un sogno, veloce come un lampo che nella notte buia in un baleno rivela cielo e terra e, prima che ci sia potuto dir ‘Guarda!’, è inghiottita nelle tenebre. Tanto presto quel che risplende è pronto a sparire”.

Perché citare William Shakespeare in un articolo di approfondimento astronomico? Semplicemente perché queste parole, tratte dal celebre “Sogno di una notte di mezza estate”, sembrano scritte su misura per descrivere la Nebulosa Velo, una delle maggiori meraviglie che abitano i nostri cieli ma destinata in breve tempo  (astronomicamente parlando, ovviamente) a scomparire.

Scoperta nel settembre del 1784 da William Herschel, connazionale del celebre drammaturgo sopra citato, questa nebulosa apparì subito come un oggetto di notevoli dimensioni. In effetti il Velo si estende per più di 50 anni luce, che unitamente alla sua relativa vicinanza alla Terra (circa 1500 a.l.) gli conferisce una dimensione apparente pari a circa 6 volte il diametro della Luna piena e una luminosità di tutto rispetto (magnitudine apparente pari a 7); tali caratteristiche rendono questa nebulosa estremamente interessante sia per le ricerche scientifiche sia per l’astrofotografia.

A causa delle sue dimensioni, si è soliti pensare al Velo come costituito da tre componenti distinti, ognuna catalogata con nomi diversi.

La parte ovest della nebulosa, catalogata come NGC 6960, è visibile nella galleria fotografica del nostro sito a questo link.

La parte Nord o centrale, nota come Triangolo di Pickering dal nome del celebre direttore dell’osservatorio di Harvard ed infine la parte orientale catalogata come NGC 6992 parzialmente ripresa nella nuova immagine a fianco che rappresenta una delle aree più luminose dell’intera nebulosa, viene talvolta soprannominata Network Nebula, in quanto appare composta da un’intricata rete di filamenti rosa e azzurro.

L’insieme del Velo è quel che rimane di una supernova, cioè un agglomerato di gas formatosi dall’esplosione di una stella di grosse dimensioni giunta al termine della sua vita; la particolare e gradevole colorazione della nebulosa è dovuta alla sua composizioni chimica, prevalentemente idrogeno (rosa) e ossigeno (azzurro), mentre un’approfondita analisi ai raggi X ha rivelato anche notevoli tracce di zolfo.

L’oggetto osservato nelle regioni visibili solo all’infrarosso e mediante raggi X e onde radio è ancora più esteso e prende il nome di  Cygnus Loop

Ma come accennavamo all’inizio, questo tesoro dei cieli è destinato a scomparire: i gas che la compongono sono in rapida espansione, allontanandosi tra loro di varie decine di chilometri ogni secondo, e tra poche migliaia di anni si disperderanno completamente nel mezzo interstellare, e ciò che prima “risplendeva” con tanta magnificenza verrà “inghiottito dalle tenebre”, come scriveva Shakespeare.

Ma come detto, la vita di questa nebulosa è breve solo parlando in termini astronomici; per diverse generazioni sarà sempre lì, in prossimità della stella Epsilon del Cigno, pronta per essere ammirata e fotografata.

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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