Osservare e fotografare il cielo notturno riserva ogni sera numerose novità. Nei tempi
antichi, si immaginava il cosmo come eterno e immutabile. Gli unici astri ritenuti
mutevoli erano i sette corpi erranti (i planetes), oltre alle stelle cadenti e alle comete;
questi ultimi due fenomeni, però, erano ritenuti manifestazioni che si verificavano
esclusivamente all’interno della nostra atmosfera.
L’avvento dei telescopi, nel corso degli ultimi quattro secoli, ha sradicato
definitivamente il concetto di immutabilità, portando alla scoperta di svariati eventi
celesti transitori che rendono unica qualsiasi osservazione, a patto che si sappia dove
cercare.
Un esempio sono le supernove: immani esplosioni di stelle giganti che rilasciano in
poco tempo immense quantità di energia. Il loro bagliore supera, per qualche tempo,
l’intera luminosità della galassia ospite. In rete si trovano elenchi quotidianamente
aggiornati (Guarda l'elenco) e il 22 novembre
scorso, con il nuovo telescopio RDIK da 70 cm e riduttore di focale a f/5, ne abbiamo
riprese tre:
SN 2025pht in NGC 1637 (Eridano):
Classificata come Supernova di Tipo II-P (SN II-P), origina da una
Supergigante Rossa con una massa di circa 15 volte il Sole.
La galassia ospite è una bellissima galassia a spirale barrata a circa 32-39
milioni di anni luce, già teatro di esplosioni di supernove in passato.
Le immagini del JWST, in combinazione con quelle precedenti dell'Hubble
(HST), hanno anche rivelato che la progenitrice era estremamente oscurata
dalla polvere, quasi invisibile alla luce ottica (HST).
SN 2025ztn in PGC 7806 (Balena):
È una supernova di tipo IIb, ovvero una supernova a collasso del nucleo
(Core-Collapse Supernova).
Una stella massiccia (generalmente più di 8 masse solari) perde gran parte
del suo involucro esterno di Idrogeno per interazione con una stella
compagna in un sistema binario stretto. Una volta esaurito il combustibile
nucleare, il nucleo crolla su sé stesso, formando una stella di neutroni o un
buco nero, e l'onda d'urto espelle violentemente gli strati esterni rimanenti.
La galassia ospite si trova a 220 milioni di anni luce e dal nostro punto di
vista appare completamente di taglio.
SN 2025aefi in una remota galassia (Auriga):
Il nostro osservatorio è stato tra i primi a riprenderla e risulta essere una
Supernova di Tipo Ia (SN Ia).
Questo tipo di supernova è il risultato di un'esplosione termonucleare totale
di una nana bianca in un sistema binario (spesso per eccesso di massa,
raggiungendo il limite di Chandrasekhar).
Il suo spettro denota l'assenza di linee spettrali di idrogeno e la presenza di
una linea di assorbimento del Silicio ionizzato.
La nostra foto (a sinistra) è stata confrontata con l’immagine a destra
ottenuta da WikiSky che riprende lo stesso campo: si nota l’elusiva galassia
ospite la cui luminosità è ora sovrastata dalla SN.