Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Quando si parla del cielo visibile da un osservatorio astronomico, o anche semplicemente dalla cima di una montagna, viene spontaneo pensare ad un cielo pieno di stelle, all’assenza di inquinamento luminoso e ad oggetti di profondo cielo immortalati con l’ausilio di un telescopio. In realtà, a volte può capitare che sia la nostra atmosfera a regalarci delle fotografie emozionanti: un esempio è quanto successo lo scorso 15 giugno, quando è stato possibile ammirare le cosiddette nubi nottilucenti. All’apparenza sembrerebbero delle normalissime nuvole, ma di cosa si tratta in realtà?

Le nubi sono composte da vapore acqueo e si formano solitamente in prossimità della tropopausa (la ‘linea di confine’ che separa troposfera e stratosfera), ad una quota compresa tra i 10 e i 15 chilometri. Le nottilucenti invece (chiamate anche NLC dall’acronimo inglese NoctiLucent Clouds) si formano molto più in alto, nella mesosfera, ad almeno 75-80 chilometri di quota. A quell’altezza l’atmosfera è molto rarefatta, con la pressione che è 100 000 volte più bassa di quella misurabile al livello del mare, e ovviamente molto secca; è facile dunque capire che le NLC non possono essere composte di vapore acqueo, la cui concentrazione a tale quota è inferiore al microgrammo per metro cubo. In effetti, oggi sappiamo che queste nubi sono invece formate da una moltitudine di piccoli cristalli di ghiaccio, grazie al fatto che lassù la temperatura oscilla costantemente attorno ai -100°C. Le NLC sono visibili soltanto quando è buio, in quanto il Sole già tramontato ne illumina la parte inferiore e loro riflettono questa luce verso di noi.

Si tratta comunque di un fenomeno molto raro da osservare: il primo avvistamento documentato risale al 1884 poco dopo l’eruzione del vulcano Krakatoa in Indonesia; in Italia, a causa delle nostre latitudini, sono ancora più difficili da vedere, e furono immortalate per la prima volta soltanto nel luglio del 2017 dall’Osservatorio Astronomico di Varese. Ora, dunque, anche Sormano può entrare nella ristretta élite degli autori di queste riprese. La sonda Mars Express, inoltre, ha recentemente scoperto un fenomeno analogo alle NLC su Marte.

Le nubi nottilucenti nascondono ancora oggi una grande quantità di misteri e, complice anche la radiazione solare che rende molto difficoltoso studiare la mesosfera (al punto che tra gli addetti ai lavori viene spesso chiamata scherzosamente ‘ignorosfera’), sono moltissime le domande senza risposta. Ad esempio, non ben chiaro come si formino o perché siano solitamente visibili in prossimità dei solstizi estivi. Ci si chiede come mai negli ultimi anni gli avvistamenti siano significativamente aumentati, e se questo possa in qualche modo avere a che fare con i cambiamenti climatici. E ad ultimo, sembra che queste nubi siano maggiormente visibili durante le fasi di minima attività solare (come quella che stiamo attraversando in questi mesi) soprattutto se durature e prolungate, come visibile nel grafico sotto riportato. Una correlazione tra NLC e ciclo solare è attualmente in fase di studio, e al momento non è possibile né confermare né smentire la possibilità di un legame. Perché oggi, pur essendo in grado di scrutare angoli di universo lontani milioni se non addirittura miliardi di anni luce, a volte è sufficiente allontanarsi di poche decine di chilometri dalla nostra Terra per ritrovarci tra le mani un mistero ancora impossibile da risolvere.

Non solo stelle e spazio profondo
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