Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Cercavano ET, hanno scoperto le nuvole”: era questa l’idea di fondo dell’ultimo articolo di divulgazione scientifica a cui stava lavorando Giovanni Bignami. Un’espressione molto ironica per raccontare di come Carl Sagan, dovendo verificare il corretto funzionamento degli strumenti scientifici della sonda Galileo sviluppati per captare eventuali segnali extraterrestri, decise di testarli puntandoli verso la nostra Terra; un’operazione assolutamente banale, ma che rivelò misteriose emissioni luminose che la cui natura tenne in scacco gli scienziati per oltre vent’anni, fino a quando si capì che si trattava di luce solare riflessa da particolari nubi. L’ironia e lo humor sono sempre stati un marchio di fabbrica di Bignami, autentico monumento dell’astrofisica italiana e della divulgazione scientifica.

Ne è un esempio la sua principale scoperta scientifica, per la quale viene maggiormente ricordato a livello internazionale: l’identificazione e la comprensione di una stella di neutroni situata nella costellazione dei Gemelli a poco più di 800 anni luce da noi. Un vero e proprio rompicapo durato decenni, visto che inizialmente questo oggetto appariva come una forte sorgente di raggi gamma e raggi X, ma assolutamente inosservabile nella luce visibile e nelle onde radio. Il nome proposto da Bignami fu Geminga: da una parte acronimo di Gemini Gamma-Ray Source (sorgente di raggi gamma nei Gemelli), ma al tempo stesso termine che in dialetto milanese significa “non c’è”, in chiaro riferimento a tutte le difficoltà incontrate dagli scienziati per svelare la natura di questa pulsar. Un’impressionante ed impeccabile precisione scientifica spiegate magistralmente attraverso l’ironia: questi gli elementi che hanno sempre caratterizzato le opere divulgative di Bignami, non solo nella sua vastissima produzione letteraria (ricordiamo tra gli altri i celebri “I marziani siamo noi” e “Cosa resta da scoprire”) ma anche nelle sue collaborazioni con le principali testate giornalistiche italiane (la Stampa, il Corriere della Sera, il Messaggero, il Sole24Ore, solo per citarne alcune) e in trasmissioni televisive (ad esempio Superquark, all’interno del quale curava la rubrica Polvere di Stelle.

Accanto a questo incredibile contributo nel campo dell’astrofisica, non bisogna dimenticare l’altrettanta straordinaria carriera scientifica, che lo ha portato tra le altre cose a presiedere l’Agenzia Spaziale Italiana (2007-2008) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (2011-2015), nonché a dirigere il Centre d’Etude Spatial des Rayonnements di Tolosa (2003-2006). Attualmente era presidente del consiglio di amministrazione del progetto SKA (Square Kilometre Array) volta alla realizzazione di giganteschi ed incredibilmente sensibili radiotelescopi in Australia e Sud Africa.

Una figura assolutamente straordinaria nel mondo della scienza e in particolare dell’astronomia e dell’astrofisica, colto da un improvviso malore lo scorso 25 maggio mentre si trovava a Madrid per lavoro. Tra i vari riconoscimenti da lui ottenuti, ricordiamo l’asteroide 6852 NanniBignami.

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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