Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Il 21 luglio del 1812 Jean Louis Pons, con il telescopio dell'Osservatorio di Marsiglia, scopriva una nuova cometa nella costellazione della Lince. Sebbene non fosse una cometa particolarmente luminosa, a partire dal 13 agosto si rendeva visibile per qualche tempo anche a occhio nudo. Viene seguita ancora per un altro mese, quando la sua declinazione la rende inaccessibile agli osservatori situati nell'emisfero nord. I dati raccolti permettono comunque a diversi astronomi di calcolarne l’orbita. In particolare l’astronomo tedesco Johann Franz Encke (1791-1865), oltre a catalogarla tra le comete periodiche di tipo Halley, ne stima un periodo compreso tra 65 e 75 anni. Nel 1883, in maniera del tutto accidentale, la cometa viene infatti ritrovata dall'americano William Robert Brooks di Phelps, nello Stato di New York ed è per questo motivo che oggi è nota con il nome dei due scopritori.

Sommando le informazioni ottenute dai due distinti ritorni, gli astronomi hanno potuto così rifinire il calcolo dell'orbita tanto che nel successivo ritorno, dell'anno 1954, sono stati in grado di ritrovare la cometa, a meno di mezzo grado dalla posizione prevista, con un anno di anticipo rispetto al tempo di passagio al perielio. In quest'ultimo ritorno, la cometa è stata invece ritrovata al Lowell Observatory in Arizona nel giugno 2020, vale a dire con quasi 4 anni di anticipo sul suo perielio ( previsto per il 21 aprile 2024). La storia di questa cometa potrebbe essere racchiusa in queste poche righe se non che tre anni fa, l'amico astrofilo tedesco Maik Meyer, nel tracciare il movimento della cometa, a ritroso nel tempo, si è accorto che le sue posizioni potevano benissimo adattarsi a quelle di un'anonima cometa osservata a Firenze, nel gennaio 1457, da Paolo dal Pozzo Toscanelli (1397 -1482). Non solo! Anche un'altra cometa apparsa nel 1385 aveva tutte le caratteristiche per chiamare in causa la stessa cometa. Indagini più approfondite hanno confermato le supposizioni di Meyer e oggi la 12P/Pons-Brooks, insieme alla 1P/Halley e la 109P/Swift-Tuttle rimane tra le poche comete delle quali si è potuta accertare l’identità nel passato, in maniera inconfutabile, per un periodo superiore al mezzo millennio.

Nel presente ritorno la cometa 12P è stata osservata assiduamente anche da Sormano a causa delle interessanti sorprese che continua a riservarci. Infatti, come aveva detto l’astrofilo David H. Levy, per enfatizzare l’imprevedibilità delle comete: ‘queste sono come i gatti, hanno la coda e fanno quello che vogliono’. Le comete come è noto sono corpi celesti complessi, di forma e composizione varia, in pratica un mix di roccia, polveri e gas congelati. Avvicinandosi al Sole, gli strati di ghiaccio più esterni sublimano, formando correnti di polvere e gas che generano, attorno alla cometa, una tenue atmosfera chiamata chioma. Per effetto della pressione esercitata dalla radiazione solare, si forma poi quella scia che prende il nome di coda. Occasionalmente, può capitare che una cometa sperimenti un'enorme quanto improvvisa esplosione di gas e polveri, definita comunemente con il termine inglese "outburst". Nel caso della nostra 12P, solo in questo ritorno, ne sono stati contati, ben quattro! Il primo, occorso il 20 luglio 2023, ha portato la cometa da magnitudine visuale 16-17 a valori prossimi a 11-12 vale a dire un aumento di luminosità apparente di circa cento volte. Si tratta comunque di fenomeni fluttuanti e imprevedibili in cui la fuoriuscita di materiale avviene in maniera irregolare e asimmetrica. Questo primo outburst, interagendo con la chioma, ne ha modificato l’aspetto rendendola simile a quello di un paio di corna, da cui il soprannome di ‘Cometa del Diavolo’ o anche, per i fan di Star Trek, ‘Cometa Millennium Falcon’ (vedi foto del 25 luglio) .

Una seconda “esplosione” è avvenuta il 5 ottobre, quando la cometa è passata da magnitudine 15 a 11, cui è seguito un terzo evento, sebbene meno intenso, il giorno 31 ottobre con riferimento alla foto scattata il 5 novembre dall’Osservatorio Sormano2,Bellagio. Infine l’ultimo della serie (almeno finora), il 14 novembre, ha prodotto un incremento di luminosità della cometa che l’ha portata a magnitudine 9 (Vedi foto del 18 novembre ), rendendola così facilmente accessibile anche a strumenti di piccola apertura (nonostante la sua attuale distanza di oltre 400 milioni di km). In questi giorni la si può agevolmente localizzare, al calar della notte, piuttosto alta sopra l’orizzonte, nei pressi della stella Vega, nella costellazione della Lira. A meno di nuove altre sorprese, anche gli effetti dell’ultimo “botto” svaniranno gradualmente, ma siccome alla data del perielio mancano ancora 5 mesi quasi certamente la 12P/Pons-Brooks avrà modo di sorprenderci ancora. Le attuali stime suggeriscono che nel mese aprile potrebbe raggiungere magnitudine 4-5, un valore che consentirebbe di scorgerla anche senza l’ausilio di strumenti.

Da parte nostra non mancheremo di continuare a seguirla e, se le previsioni si manterranno positive, potrebbe essere organizzata un’apertura straordinaria dell’Osservatorio per permettere a tutti i curiosi di ammirarla attraverso i nostri strumenti. Stay tuned!

Cometa 12P Pons-Brooks
Cometa 12P Pons-Brooks

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