Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Negli ultimi istanti della vita di una stella simile al nostro Sole, il nucleo ha ormai convertito quasi tutto l’idrogeno in elio; questo accumulo di elio, però, impedisce all’idrogeno contenuto negli strati esterni di penetrare nel nucleo ed alimentare i processi di fusione. Il nucleo diventa quindi inerte e si contrae sotto la pressione degli strati esterni: questa contrazione causa però un aumento di temperatura nel nucleo stesso e negli strati circostanti avviando così in essi il processo di fusione che normalmente avviene solo nel nucleo.

Tale produzione di energia fa quindi espandere gli strati esterni della stella, che a questo punto è diventata una gigante rossa; nel frattempo, il nucleo continua a contrarsi e ad aumentare la propria temperatura fino a raggiungere le condizioni sufficienti per dare inizio al processo di fusione dell’elio in carbonio. Una volta esaurito l’elio nel nucleo, questo riprenderà a contrarsi fornendo ulteriore energia agli strati esterni della stella (che nel frattempo hanno continuato a fondere l’idrogeno in elio) causando una vera e propria “esplosione” di questi strati, che vengono proiettati ad altissima velocità (20-30km/s) nello spazio circostante dando origine ad una nebulosa planetaria.

Il nucleo rimarrà al centro della nebulosa sotto forma di nana bianca.
La nebulosa nella foto, nota come M97 (oppure come NGC3587), visibile con un buon telescopio nella costellazione dell’Orsa Maggiore, è proprio il risultato di un’esplosione avvenuta 6000 anni fa di una stella di massa paragonabile a quella solare. In tutti questi anni i gas che la compongono si sono espansi a grande velocità formando quella che oggi è una delle nebulosa più vaste (ha un diametro di circa 3 anni luce) e complesse. Nel 1781 il suo scopritore, l’astronomo William Herschel, non riuscendo ad individuare strutture o stelle al suo interno, la descrisse come una nebulosa omogenea e per questo la riteneva un oggetto molto lontano; ora - dopo numerosi dibattiti - si ritiene che si trovi ad una distanza di circa 2600 anni luce.

Successive osservazioni hanno messo in evidenza la nana bianca al suo interno, una stella di sedicesima magnitudine e massa pari a 0.7 masse solari (ciò che rimane della stella esplosa), e le particolari strutture di gas più rarefatto presenti al suo interno che, simili agli occhi di un gufo, ne hanno determinato il nome: ecco il motivo per cui è stata “battezzata” Nebulosa Gufo (Owl Nebula in inglese).

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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