Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Secondo le previsioni, il 2013 avrebbe dovuto essere l’anno di massima attività solare dell’attuale ciclo undecennale e fino all’anno scorso i dati erano in accordo con le previsioni. Eppure dal 2012 l’attività solare ha avuto una netta diminuzione rispetto alle previsioni.

Non bisogna certo pensare che il Sole si sia “spento”, al contrario è ancora in piena attività, seppur inferiore alle previsioni ed è ancora in grado di regalarci straordinari - e potenzialmente pericolosi - spettacoli come la macchia 1785, visibile nella foto scattata l’11 luglio dal nostro osservatorio.

La composizione nell’immagine mette in risalto nella parte inferiore (realizzata con un filtro H-alfa) alcuni brillamenti attorno alle macchie solari e le protuberanze sul bordo del Sole, mentre nella parte superiore, più interessante (realizzata nelle lunghezze d’onda della luce visibile ed utilizzando una lente di Barlow 3X) mostra, ingrandita, la zona delle macchie solari. Si può così notare meglio la normale “granulazione” della superficie solare, assimilabile ad enormi “bolle” di gas ionizzato (dal diametro di circa 1000 km) causate dai moti convettivi di materiale più caldo diretto verso la superficie solare e più freddo che dalla superficie scende verso l’interno del Sole. Un po’ come l’acqua in una pentola su un fornello! Oltre alla granulazione è ben visibile, poi, la cosiddetta zona di penombra della macchia solare, cioè quella parte di superficie solare che fa da confine tra la macchia solare e il resto della superficie del Sole: questa zona, che appare più scura della normale superficie solare ma comunque più brillante della macchia vera e propria (appunto come una zona di penombra), è caratterizzata da un flusso di materiale diretto dalla superficie circostante verso il centro della macchia solare (di circa 2000 °C più fredda rispetto alla superficie solare stessa).

La particolarità della macchia 1785 è data dalle sue notevoli dimensioni e dall’enorme quantità di energia in essa racchiusa, sufficiente a sviluppare un brillamento di classe X (la tipologia più energetica e pericolosa).
Fortunatamente la macchia è rimasta latente, in particolare nei giorni in cui era “puntata” direttamente contro la Terra, risparmiandoci quindi dall’eventuale CME che avrebbe colpito in pieno il nostro pianeta. In compenso ci siamo dovuti “accontentare” di una debole tempesta geomagnetica avvenuta nella mattinata dell’11 luglio e di straordinarie fotografie della superficie solare, sempre mutevole, sempre affascinante.

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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