Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

In questi giorni due tra i piu' grandi e luminosi asteroidi sono visibili, prospetticamente molto vicini tra di loro, nella costellazione della Vergine. Si tratta di [1] Ceres ("pianeta nano" secondo la nuova terminologia adottata dall'Unione Astronomica Internazionale) e [4] Vesta. I due astri hanno raggiunto la minima separazione angolare, circa un terzo del diametro lunare, lo scorso 4 luglio. Per osservarli e sufficiente un piccolo binocolo ma per distinguerli dalle altre stelle è necessario conoscere con precisione la loro posizione.

L'immagine allegata è stata ripresa lo scorso 15 luglio con un piccolo rifrattore in soli 30 secondi di esposizione. Benché Cerere con i suoi 940 Km. di diametro abbia quasi il doppio delle dimensioni di Vesta (530 Km.) curiosamente, dei due, è anche quello meno luminoso.

Vi sono almeno un paio di ragioni per spiegare una simile apparente anomalia. Innanzitutto Cerere è molto più lontano da noi: il 4 luglio la sua distanza dalla Terra ammontava a circa 347 milioni di Km. contro i 263 di Vesta. Il secondo motivo è invece legato alle sue proprietà chimico-fisiche. La tonalità scura della suo terreno infatti lo rende un corpo decisamente poco riflettente al contrario di Vesta che, con una superficie color grigio chiaro, è in grado di riflettere oltre il 40 per cento della luce solare. Tale caratteristica consente a Vesta, in particolari favorevoli condizioni, di essere l'unico tra gli asteroidi a poter essere osservato anche senza l'ausilio di alcuno strumento.

Entrambi questi corpi celesti sono stati scoperti all'inizio del diciannovesimo secolo. La scoperta di Cerere, avvenuta a Palermo nel giorno di capodanno del 1801 ad opera di Padre Piazzi, è stata raccontata a duecento anni esatti di distanza nel volume "L'Astronomo valtellinese Giuseppe Piazzi e la scoperta di Cerere" edito nel 2001 nella collana storica del Credito Valtellinese. Tra le tante notizie vi si legge anche quella della piccola contesa sorta quando si trattò di dare un nome al nuovo astro. Oltre a "Ceres Ferdinandea" indicato dallo scopritore, furono sottoposti, da parte di altri astronomi, i nomi Cibele, Vulcano, Cupido, Titano e pianeta Piazzi. Il maggior consenso tuttavia si raccolse intorno al nome "Hera" proposto dalla quasi totalità degli astronomi tedeschi e con questo nome il primo pianetino veniva riportato nelle pubblicazioni d'oltralpe nei mesi immediatamente successivi alla sua scoperta. "Devo avvertirvi che il nome Hera cioè Giunone gli è stato dato universalmente da tutta la Germania onde sarà difficile sbattezzarlo e di chiamarlo Cerere" scriveva il 25 luglio 1801 l'astronomo milanese Barnaba Oriani all'amico Piazzi. Immediata e seccata arrivava da Palermo la risposta dell'astronomo valtellinese: "Se i tedeschi credono di aver la privativa di battezzare le altrui scoperte chiamino pure la mia nuova stella con quel nome che più loro piace; io le conserverò sempre quello di Cerere e vi sarò tenutissimo se voi e i vostri colleghi farete altrettanto".

La fermezza dello scopritore e il sostegno degli altri astronomi italiani convinsero alla fine anche i tedeschi ad accettare il nome proposto da Piazzi. Il "Ferdinandea" aggiunto da Piazzi in ossequio a Ferdinando I di Borbone, suo Re e mecenate, cadde invece ben presto in disuso. Seguendo il corso di Cerere H. Wilhelm Olbers scoprirà nel marzo 1802 (2) Pallade seguito nel 1804 da (3) Giunone da parte di Karl L. Harding. La scoperta del quarto pianetino nella costellazione della Vergine avvenuta il 27 marzo 1807, è ancora opera di Olbers.

Non vi erano più problemi a quel punto per l'assegnazione del nome che ormai per prassi consolidata veniva affidata (come accade ancora oggi replica watches) allo scopritore. Olbers cedette questo suo diritto al trentenne matematico che in sole 10 ore (un tempo straordinariamente breve in un epoca in cui tutti i calcoli venivano fatti a mano) ne aveva determinato l'orbita. Il nome di quel giovane matematico era Carl Friedrich Gauss che battezzò il nuovo pianetino col nome di Vesta in onore della dea romana del focolare domestico.

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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