Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Le galassie, solitamente, possono essere immaginate come degli enormi spazi vuoti disseminati qua e là di qualche isolata stellina. Effettivamente, se ci si ferma a rifletterci con calma è facile accorgersi di come anche le stelle più grandi e massicce oggi note abbiano diametri che arrivano al massimo al miliardo di chilometri, mentre le distanze tra una stella e l’altra (eccezion fatta per sistemi stellari multipli) sono dell’ordine di decine se non addirittura di centinaia di anni luce. Questo panorama di solitudine è tuttavia spezzato da affascinanti eccezioni: gli ammassi globulari. Si tratta di enormi sciami sferici costituiti da centinaia di migliaia di stelle raggruppate in uno spazio di qualche decina di anni luce. Gli oggetti di questi ammassi, solitamente molto più vecchi del nostro Sistema Solare, possono essere considerati come una vera e propria famiglia di stelle, in quanto si sono formati tutti nello stesso periodo, a partire dalla stessa nube di gas e polveri e sono ancora soggetti alle rispettive attrazioni gravitazionali.


Nella fotografia a lato è riportato il più famoso di questi oggetti: M13, visibile nella costellazione di Ercole. Con una magnitudine apparente di 5,8 (quindi, camminiamo sul confine del limite di visibilità per l’occhio nudo) è l’ammasso più luminoso dei cieli boreali. Tale luminosità è ancora più impressionante se pensiamo che M13 dista da noi ben 23 000 anni luce, il che significa che, a parità di distanza, stiamo parlando di un oggetto 300 000 volte più brillante del nostro Sole. Le stelle che lo costituiscono sono in larga parte calde e luminose stelle blu, intervallate di tanto in tanto da qualche fredda gigante rossa.


Scoperto nel 1715 da Edmond Halley e catalogato cinquant’anni dopo da Charles Messier che lo inserì nel suo celebre catalogo descrivendolo come “una nebulosa senza stelle, rotonda, brillante, il centro più splendente dei bordi”, M13 ha sempre avuto un ruolo molto importante nell’immaginario collettivo. Per la sua enorme densità di stelle, infatti, nel 1974 venne scelto come destinatario del primo messaggio radio inviato dalla Terra (più precisamente, dal radiotelescopio di Arecibo) verso mondi extraterrestri, sebbene si tratti più di un gesto simbolico che di un reale tentativo di stabilire un contatto con entità aliene. In ogni caso, l’attesa sarà molto lunga: anche ammettendo che una qualche ipotetica civiltà extraterrestre riesca a captare e tradurre il messaggio, a causa delle enormi distanze che ci separano dovremo aspettare quasi 50.000 anni prima di ricevere una risposta!


 

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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