Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Osservando con attenzione la costellazione di Perseo, possiamo notare come in prossimità dell’elsa della sua spada vi sia un doppio ammasso: si tratta di una coppia di ammassi aperti denominati rispettivamente NGC 884 (a sinistra, nella foto) e NGC 869.

Visibile anche a occhio nudo, simile ad una macchia allungata e dotata di una “strozzatura” centrale, un oggetto così particolare non poteva non venir notato fin dai tempi più antichi: le prime testimonianze scritte riguardanti la sua osservazione risalgono addirittura ad Ipparco di Nicea, nel II° sec. a.C. In seguito, numerosi altri astronomi lo hanno studiato e descritto, da Tolomeo (nella celebre opera Almagesto) fino al solito William Herschel, passando per Tycho Brahe e Johan Bayer. Curiosamente, in mezzo a tutti questi nomi celebri manca quello del cacciatore di oggetti più famoso di tutti, Charles Messier, che per motivi ancora oggi ignoti non inserì mai il Doppio Ammasso nel suo catalogo.

Questi due oggetti mostrano tutto il loro incredibile fascino soprattutto se osservati attraverso un binocolo o un telescopio grazie alla ricchezza di stelle che si mischiano e si confondono. Anche l’effetto cromatico è notevole, in quanto sono composti prevalentemente da luminosissime stelle azzurre in mezzo alle quali spiccano alcune vistose stelle arancioni. Il fatto di riuscire ad osservare il Doppio Ammasso così nitidamente, nonostante i circa 7000 anni luce che lo separano da noi, dimostra come questo oggetto sia imponente. Per avere un’idea della sua maestosità, basti pensare che se si trovasse ad una distanza di circa 400 anni luce (come le Pleiadi, per intenderci) sarebbe grande come cinque volte la Luna piena; inoltre, se potessimo posizionarci al centro di uno dei due ammassi, il nostre Sole apparirebbe come una minuscola stellina di 18° magnitudine. Bisogna però sottolineare che la vicinanza tra NGC 869 e NGC 884 sia solo apparente, dovuta alle enormi distanze che ci separano e dalla difficoltà di percepire tutte e tre le dimensioni dello spazio quando guardiamo il cielo; in realtà, infatti, i due oggetti distano tra loro ben 800 anni luce. E’ abbastanza semplice localizzarli prendendo come punto di riferimento la celebre “W” di Cassiopea; trattandosi di un oggetto circumpolare è inoltre visibile praticamente tutte le notti dell’anno.

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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