Osservatorio Astronomico Sormano - Sormano (CO) Italy

Un cavallo alto 3 anni luce e pesante 27 volte il nostro Sole: questa è la descrizione di uno degli oggetti più famosi, iconici e riconoscibili del nostro cielo. Stiamo parlando della nebulosa Barnard 33, più conosciuta con il suo “nome d’arte” di Nebulosa Testa di Cavallo, così soprannominata per la sua forma che richiama senza dubbio alcuno il capo dell’animale. Fotografata per la prima volta nel 1888 da parte una delle donne più celebri dell’astronomia, Williamina Fleming dell’ Harvard College Observatory, la Testa di Cavallo è situata a 1500 anni luce da noi.

Con un buon telescopio la si puo individuare visualmente appena a sud di Alnitak, la stella più orientale della Cintura di Orione. Si tratta di una zona ricca di nebulose, basti pensare a M42 (la Grande Nebulosa di Orione) o a NGC 2024 (la Flame Nebula), due degli oggetti più celebri del nostro emisfero. La stessa Horsehead è così ben definita in quanto la sua siluette si staglia sullo sfondo rossatro della nebulosa ad emissione IC 434 con la quale la nostra Testa viene spesso confusa. Formatasi a seguito del collasso di una nube interstellare, la Testa di Cavallo è una cosiddetta nebulosa oscura, ossia una nuvola di polveri e di gas ad alta densità (prevalentemente idrogeno ed elio) che finisce con l’assorbire la luce delle stelle e degli oggetti posti dietro di lei e nelle sue vicinanze, lasciando trasparire solamente un’ombra molto ben marcata e definita.

Questo bozzolo oscuro cela al suo interno una nursery stellare: essa è infatti (al pari di molte altre nebulose presenti nella zona di Orione) una delle zone di formazione stellare più attive dell’intera Via Lattea. I modelli presentati dagli astronomi per descriverne il comportamento concordano sul fatto che la Horsehead sia lo stadio iniziale del lungo processo che porterà alla formazione di un Globulo di Bok: gli intensi campi magnetici presenti nella regione creano violenti vortici che finiscono con il concentrare enormi quantità di questi gas in giganteschi dischi al cui centro inizierà lentamente ad accendersi una proto- stella. Le polveri che costituiscono la Testa di Cavallo sono così dense che si stima ci vorranno almeno 5 milioni di anni perché inizino a dissiparsi consentendoci di vedere cosa sta effettivamente succedendo al suo interno, tuttavia esiste un semplice trucco che ci permette di ovviare a questo problema: le osservazioni all’infrarosso. Le numerose analisi eseguite sfruttando queste onde, la più celebre delle quali è stata effettuata dal telescopio spaziale Hubble in occasione del 23° anniversario della sua messa in orbita, sembrano confermare la teoria sopra descritta.

BOLLETTINO ASTRONOMICO

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